La dislessia è uno dei più diffusi disturbi dell’apprendimento e, secondo le ultime stime, si sta diffondendo sempre di più, probabilmente a causa della sensibilizzazione in merito, la quale ha come diretta conseguenza la realizzazione di nuove diagnosi.
Cos’è la dislessia
La dislessia è afferente alla categoria dei disturbi specifici dell’apprendimento, solitamente indicati con la sigla DSA, e, più nello specifico, la recente edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali l’ha inserita nella categoria dei disturbi del neurosviluppo.
In merito alla dislessia, che si manifesta principalmente con un’incapacità del soggetto di leggere e scrivere in maniera adeguata le parole, esistono ancora oggi molti luoghi comuni, che vanno assolutamente sfatati.
Innanzitutto, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali non indica espressamente un quoziente intellettivo inferiore come la causa principale della dislessia, dunque si può dire che i soggetti interessati da questa condizione non sono meno intelligenti di coloro che utilizzano opportunamente il linguaggio.
Nonostante questa evidenza, al momento non si conoscono precisamente le cause della dislessia, anche se il manuale riporta che i disturbi del linguaggio presentano solitamente una storia familiare.
Come diagnosticare la dislessia
Diagnosticare la dislessia non è molto semplice, in quanto i sintomi possono essere sottovalutati o, visto che questo disturbo si manifesta in età precoce, essere erroneamente confusi con una scarsa diligenza del bambino. Allo stesso tempo, eventuali difficoltà nella comprensione e articolazione delle parole, o nell’interpretazione dei grafemi, non devono mandare in allarme i genitori, soprattutto se temporanei.
A tal proposito, è possibile parlare del più famoso dei disturbi dell’apprendimento solo se i sintomi si manifestano per un tempo superiore ai 6 mesi, e solo se non si nota alcun miglioramento nell’apprendimento del bambino di nuove parole.
In particolare, i soggetti affetti dalla dislessia presentano difficoltà a memorizzare nuove lettere o nuovi gruppi di lettere a cui è associato uno specifico suono, un vocabolario molto limitato, che non cresce nel tempo, e la tendenza a costruire frasi brevi, estremamente semplici e con evidenti errori grammaticali, soprattutto nella coniugazione dei verbi ai tempi passati. Nonostante in molti casi la dislessia si manifesti in concomitanza con altri disturbi nell’articolazione di suoni, non è detto che l’abilità ricettiva – ovvero la capacità di comprendere e imparare nuove parole o lettere – sia correlata all’abilità espressiva: in altre parole, un bambino dislessico può avere difficoltà nella scrittura e lettura delle parole, ma al contempo essere in grado di esprimersi adeguatamente.
Nonostante la presenza di alcuni o molti di questi sintomi, non è necessario andare nel panico: per una vera e propria diagnosi di dislessia è necessario rivolgersi a uno specialista. La diagnosi prevede diversi step: una prima anamnesi, dove il paziente (o, nel caso di bambini, il genitore) descrive i sintomi; una parte di valutazione del comportamento del soggetto in un contesto scolastico o lavorativo; l’esecuzione di specifici test atti a valutare le abilità di lettura della persona.
Cosa fare se la diagnosi è positiva
Nell’eventualità che la diagnosi di dislessia dia un responso positivo, non è necessario preoccuparsi. Nonostante, infatti, la condizione ostacoli l’apprendimento dei termini e la capacità di scrittura, il soggetto può superare questi limiti e condurre in ogni caso una vita normale, sia dal punto di vista personale che professionale.
Per risolvere o limitare i sintomi di questo disturbo dell’apprendimento, innanzitutto bisogna prestare attenzione a non ledere l’autostima del soggetto, che potrebbe causare un’ulteriore chiusura del bambino in sé stesso, limitando il suo impegno nei programmi mirati all’eliminazione del problema. A ciò bisogna ovviamente aggiungere esercizi specifici, studiati appositamente per far sì che gli individui affetti da dislessia apprendano le lettere fondamentali e siano in grado di scrivere e leggere in maniera discreta; questi esercizi prevedono, ad esempio, l’impiego di nuove tecniche per associare un grafema a un fonema.
Psicoterapeuta in Provincia di Lecce
Rivolgersi a degli specialisti per affrontare i disturbi specifici dell’apprendimento è fondamentale per consentire al bambino di superare le difficoltà connesse alla dislessia.
La dott.ssa Bisanti, nel Centro Medico Specialistico SB Medical a Corsano, si occupa anche di questo: prenota un consulto psicologico in Provincia di Lecce.