La tiroide è una ghiandola posta alla base della gola. Simile ad una H o a una farfalla, pesa mediamente 20 grammi. Secerne degli ormoni in grado di influenzare il metabolismo e regolare molte attività vitali (fertilità, digestione, frequenza cardiaca, crescita, produzione e smaltimento delle calorie).
La normale attività della tiroide può subire, in alcuni casi, delle alterazioni comportando principalmente due tipologie di disfunzioni: ipertiroidismo e ipotiroidismo, spesso associate ad alterazioni morfologiche (gozzo, noduli benigni oppure maligni).
Disfunzioni tiroidee: cos’è l’ipertiroidismo
L’ipertiroidismo è una condizione clinica causata da un’attività non controllata della tiroide che mette in circolo nell’organismo un numero anomalo di ormoni (triiodotironina, T3, tiroxina, T4).
Il disturbo è più comune nelle donne e può comportare conseguenze non indifferenti sul metabolismo, nervosismo, alterazione della frequenza cardiaca, sudorazioni, perdita significativa di peso.
Il morbo di Graves, le tiroiditi e i noduli tiroidei possono essere alcune tra le cause principali dell’aumento atipico degli ormoni circolanti nell’organismo, ma va comunque ricordato che anche alcuni farmaci, tra cui l’amiodarone e l’interferone, possono essere all’origine dell’ipertiroidismo.
Solitamente, il disturbo è asintomatico, ma nei casi più gravi può manifestarsi con:
- ipersensibilità alla luce;
- visione doppia oppure offuscata;
- lacrimazione profusa;
- occhi sporgenti;
- bruciore agli occhi accompagnato a rossore e prurito.
La terapia per l’ipertiroidismo dipende sostanzialmente dall’età del paziente, dalle cause, dalla condizione fisica e dalla gravità della patologia. Quando non sono possibili cure farmacologiche, si ricorre alla chirurgia (tiroidectomia), rimuovendo completamente o in parte la tiroide.
Cosa comporta, invece, l’ipotiroidismo?
L’ipotiroidismo, al contrario, è uno stato morboso basato sull’incapacità della tiroide di produrre una quantità sufficiente di ormoni per il fabbisogno dei vari tessuti. La condizione comporta, quindi, uno squilibrio in tutto l’organismo, con un significativo rallentamento dei processi metabolici.
Nelle sue fasi iniziali, la patologia difficilmente fa registrare sintomi specifici, ma, nel tempo, può causare alcuni problemi di salute.
L’ipotiroidismo può manifestarsi a seguito della rimozione chirurgica della tiroide, di malattie autoimmuni, di una terapia a base di iodio radioattivo o di alcuni farmaci (l’amiodarone o il litio).
L’ipotiroidismo infantile congenito può causare danni irreversibili al sistema nervoso centrale, un grave ritardo mentale e nella crescita. Diagnosticato alla nascita può comportare ittero, difficoltà respiratorie, ingrossamento della lingua, ritardo nella maturazione ossea, difficoltà a mantenere la posizione eretta e il capo dritto.
Dei semplici esami del sangue consentono di individuare tempestivamente il disturbo e di trattarlo in maniera adeguata. Il trattamento farmacologico standard prevede la somministrazione per via orale dell’ormone tiroideo L-tiroxina. La terapia potrebbe durare tutta la vita e richiede controlli periodici per il monitoraggio della ghiandola.
I sintomi per riconoscere l’ipotiroidismo si sviluppano lentamente e sono:
- perdita dei capelli.
- stitichezza;
- pelle secca;
- aumento di peso;
- debolezza e dolori muscolari;
- alterazioni della memoria;
- rigidità delle articolazioni.
Altre malattie della tiroide
Le disfunzioni della tiroide, quali ipotiroidismo e ipertiroidismo, possono derivare dalla presenza di patologie che interessano questa importante ghiandola.
Tra queste rientra la tiroidite di Hashimoto. Di origine autoimmune, colpisce il 5-15% delle donne adulte ed anziane, incidendo scarsamente sulla popolazione maschile.
La tiroidite post-partum, invece, interessa il 5-9% delle neo-mamme e di solito è una condizione transitoria.
Il gozzo e i noduli (benigni o maligni) sono, infine, delle alterazioni morfologiche che possono influenzare anche le normali funzioni della ghiandola.
Visita Endocrinologica in Provincia di Lecce
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