Alcuni recenti studi medico-scientifici hanno evidenziato un quadro statistico significativo circa la diffusione della celiachia. Sembra accertato, infatti, che almeno l’1% della popolazione italiana conviva con questo particolare disturbo.
Cerchiamo, allora, di fare chiarezza sull’argomento e di scoprire insieme qualche informazione in più sulla celiachia.
Cos’è la celiachia?
Il morbo celiaco è una patologia autoimmune causata da un’intolleranza permanente al glutine.
Il consumo ripetuto e prolungato di alimenti che contengono questa proteina determina, nell’individuo affetto da celiachia, un rapido processo infiammatorio a carico dell’intestino tenue, che nel tempo si cronicizza e conduce a un progressivo deterioramento della mucosa e a uno spianamento dei villi intestinali.
La conseguenza principale di questa violenta reazione autoimmune, dunque, è l’alterazione della superficie destinata all’assorbimento dei principi nutritivi e si manifesta attraverso una lunga catena di sintomi che possono far sospettare la presenza del morbo celiaco e rendere necessario l’avvio di un iter diagnostico accurato.
Sintomi della celiachia
Le principali manifestazioni della malattia celiaca sono a carico dell’apparato gastrointestinale.
Per questo motivo sono da considerarsi sintomi tipici, ma non sempre presenti:
- diarrea;
- nausea;
- gonfiore;
- crampi addominali;
Tra gli altri segnali più comuni, inoltre, possiamo annoverare una progressiva perdita di peso e di energia non giustificata da altri fattori, anemia, astenia prolungata, osteoporosi, carenza di vitamine e sali minerali o addirittura problemi nel concepimento e aborti spontanei.
Poiché la celiachia può manifestarsi a qualsiasi età, è necessario prestare attenzione, sia nei soggetti più giovani sia negli adulti, alle prime avvisaglie, in modo da avviare tempestivamente il processo diagnostico per conclamare un’eventuale presenza del morbo.
L’iter diagnostico della celiachia
L’accertamento della patologia avviene, in primo luogo, sottoponendo il paziente a un esame ematochimico atto a individuare la presenza nel sangue dei cosiddetti anticorpi anti-transglutaminasi (Anti tTG) della classe IgA e la loro concentrazione nel siero.
Una volta individuata la presenza degli anticorpi anti-transglutaminasi, il paziente verrà sottoposto a un esame di secondo livello atto ad accertare la presenza di eventuali anticorpi anti-endomisio (EMA) nel sangue. Tali anticorpi, infatti, sono naturalmente assenti in soggetti sani, ma si manifestano in caso di morbo celiaco.
Il terzo livello diagnostico, indicato per i soggetti adulti, è sottoporre il paziente a una biopsia dell’intestino tenue per accertare le condizioni dei villi intestinali.
Poiché la celiachia è una patologia avente predisposizione genetica, è bene prestare attenzione ad eventuali sintomi soprattutto nei soggetti che presentino famigliarità.
Terapie per affrontare la celiachia
Ad oggi, purtroppo, non esiste una terapia farmacologica specifica per combattere la celiachia.
Per questo motivo i soggetti affetti dal morbo devono sospendere l’assunzione di tutti quegli alimenti che contengono glutine (cibi realizzati con frumento, orzo, segale, farro, avena e kamut) in modo da arrestare il processo degenerativo a carico dell’intestino.
L’assunzione del nuovo regime alimentare aiuta a contrastare la sintomatologia, mentre la mucosa intestinale, di solito, impiega più tempo per rigenerarsi.
Oggi, in commercio, esistono numerosi prodotti gluten-free, per cui non sarà difficile impostare una dieta abbastanza variegata.
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