L’osteoporosi, una condizione caratterizzata dalla perdita di densità ossea e dall’indebolimento delle ossa, rappresenta una delle principali cause di fratture vertebrali, spesso chiamate fratture da compressione.

Questi cedimenti vertebrali sono tra le complicanze più dolorose e debilitanti dell’osteoporosi e possono influenzare significativamente la qualità della vita, portando a dolore cronico, deformità della colonna e limitazioni funzionali.

Cedimento vertebrale: come e quando avviene

Il cedimento vertebrale in persone affette da osteoporosi avviene quando le ossa, rese fragili dalla malattia, non riescono più a sopportare il peso del corpo o le normali sollecitazioni quotidiane. A differenza delle fratture traumatiche, che spesso richiedono un evento significativo come una caduta, le fratture vertebrali da compressione possono verificarsi durante attività banali come sollevare un oggetto leggero, piegarsi o addirittura a seguito di un colpo di tosse.

Il cedimento interessa principalmente le vertebre toraciche e lombari, regioni della colonna più sollecitate dalla postura eretta. Con il crollo di una vertebra, si può verificare una perdita progressiva di altezza della colonna e la comparsa di una curvatura anomala, la cifosi, che conferisce alla colonna una forma arcuata e provoca il tipico aspetto “gobbo”.

Sintomi e impatto sulla qualità della vita

I sintomi di una frattura vertebrale da osteoporosi variano ampiamente. In molti casi, la frattura può essere asintomatica, rilevata solo incidentalmente durante esami radiologici effettuati per altri motivi. Tuttavia, quando i sintomi sono presenti, il dolore alla schiena è il segnale più comune. Questo dolore può essere acuto, insorgendo improvvisamente durante l’attività fisica, oppure cronico, con una sensazione di fastidio che persiste nel tempo.

Con l’aggravarsi delle fratture, il dolore può diventare invalidante, limitando la capacità di compiere attività quotidiane e influenzando negativamente la postura e la mobilità. La riduzione dell’altezza della colonna, dovuta al collasso vertebrale, può portare a una diminuzione complessiva dell’altezza del corpo, mentre la cifosi contribuisce ulteriormente alla deformità posturale.

In casi più gravi, dove il cedimento vertebrale comprime i nervi spinali, possono comparire sintomi neurologici come intorpidimento, debolezza o difficoltà nel controllo della vescica e dell’intestino. Questi sintomi indicano la necessità di un intervento medico urgente.

Diagnosi delle fratture vertebrali da osteoporosi

La diagnosi di una frattura vertebrale da osteoporosi si basa su un’attenta valutazione clinica e sull’uso di tecniche di imaging. La storia clinica del paziente, in particolare la presenza di dolore alla schiena e una riduzione dell’altezza, può suggerire la presenza di un cedimento vertebrale. Un esame fisico può rivelare dolorabilità alla palpazione della colonna e una postura anomala.

Le radiografie della colonna vertebrale rappresentano il principale strumento diagnostico, mostrando chiaramente la riduzione dell’altezza delle vertebre interessate. In casi selezionati, una risonanza magnetica o una tomografia computerizzata possono essere utilizzate per valutare la gravità della frattura e la presenza di eventuali complicazioni, come la compressione del midollo spinale.

Per confermare la diagnosi di osteoporosi e valutare il rischio di fratture future, si ricorre spesso alla densitometria ossea (DEXA), un esame che misura la densità minerale ossea.

Trattamento e gestione del cedimento vertebrale

Il trattamento dei cedimenti vertebrali in pazienti con osteoporosi varia in base alla gravità della frattura, alla presenza di sintomi e alle condizioni generali del paziente. Nella maggior parte dei casi, il trattamento iniziale è conservativo e si concentra sulla gestione del dolore e sul supporto alla guarigione. Riposo e riduzione delle attività fisiche possono essere raccomandati nelle fasi acute, seguiti dall’uso di analgesici per controllare il dolore. Con il miglioramento dei sintomi, la fisioterapia gioca un ruolo cruciale nel rafforzare la muscolatura del dorso, migliorare la postura e prevenire ulteriori cedimenti.

In alcuni casi, soprattutto quando il dolore è particolarmente intenso o quando il trattamento conservativo non porta a un miglioramento, si può ricorrere a procedure interventistiche minimamente invasive come la vertebroplastica o la cifoplastica. Queste tecniche, che prevedono l’iniezione di cemento osseo nella vertebra fratturata, offrono un sollievo rapido dal dolore e aiutano a stabilizzare la colonna vertebrale.

Nei casi più gravi, in cui vi è una significativa compromissione della stabilità spinale o la compressione del midollo, può essere necessario un intervento chirurgico per decomprimere i nervi e stabilizzare la colonna vertebrale.

Prevenzione: proteggere la colonna e ridurre il rischio di cedimenti

Prevenire i cedimenti vertebrali è possibile attraverso una combinazione di strategie che mirano a rafforzare le ossa e ridurre il rischio di fratture. L’alimentazione gioca un ruolo chiave, con un apporto adeguato di calcio e vitamina D che è essenziale per mantenere la salute delle ossa. L’esercizio fisico regolare, in particolare gli esercizi di resistenza e quelli che migliorano l’equilibrio, è fondamentale non solo per rafforzare le ossa ma anche per prevenire le cadute, una delle principali cause di fratture in pazienti con osteoporosi.

Per le persone a rischio elevato, il monitoraggio regolare della densità ossea e l’uso di farmaci specifici per rafforzare le ossa, come i bisfosfonati o il denosumab, possono ridurre significativamente il rischio di fratture vertebrali. Infine, la cessazione del fumo e la moderazione del consumo di alcol sono comportamenti importanti per mantenere le ossa in salute.

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