La calprotectina fecale è un marcatore di infiammazione intestinale sempre più utilizzato in gastroenterologia per la diagnosi e il monitoraggio di diverse patologie.
Si tratta di una proteina rilasciata dai neutrofili, cellule del sistema immunitario che intervengono nei processi infiammatori. La sua presenza nelle feci è un segnale di infiammazione a livello del tratto intestinale, rendendola uno strumento utile per distinguere tra disturbi funzionali, come la sindrome dell’intestino irritabile, e patologie infiammatorie croniche, come la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa.
Il test della calprotectina fecale viene prescritto in presenza di sintomi come dolore addominale persistente, diarrea cronica, perdita di peso inspiegabile e sanguinamento rettale. È indicato sia per la diagnosi differenziale tra patologie infiammatorie e funzionali sia per il monitoraggio della risposta alla terapia nei pazienti già diagnosticati con malattie infiammatorie croniche intestinali.
Come si esegue il test della calprotectina fecale
Il test della calprotectina fecale è semplice e non invasivo. Il paziente deve raccogliere un campione di feci, seguendo precise istruzioni fornite dal laboratorio di analisi. È importante evitare contaminazioni con urina o acqua e conservare il campione in un contenitore sterile. Alcuni fattori, come l’uso recente di farmaci antinfiammatori o la presenza di diarrea, possono influenzare i risultati, quindi è sempre consigliabile consultare il medico per stabilire il momento migliore per l’esame.
Come interpretre i valori della calprotectina fecale
Il referto del test indica la quantità di calprotectina presente nelle feci, espressa in microgrammi per grammo di campione. I valori possono variare a seconda del laboratorio di riferimento, ma generalmente si distinguono tre fasce principali:
- Un livello basso o normale, solitamente inferiore a 50 µg/g, suggerisce l’assenza di infiammazione intestinale significativa e orienta verso disturbi di natura funzionale.
- Un livello moderatamente elevato, compreso tra 50 e 200 µg/g, può indicare un’infiammazione lieve o transitoria, come quella legata a infezioni intestinali o all’uso prolungato di farmaci antinfiammatori non steroidei.
- Un livello elevato, superiore a 200 µg/g, è altamente suggestivo di una malattia infiammatoria cronica intestinale e richiede ulteriori accertamenti, come colonscopia e biopsie intestinali.
Un solo test non è sufficiente per una diagnosi definitiva, ma può indirizzare il medico verso gli esami più appropriati e ridurre il ricorso a procedure invasive inutili.
Patologie correlate a un aumento della calprotectina fecale
Un valore elevato di calprotectina nelle feci è spesso associato a condizioni infiammatorie croniche come la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Entrambe sono patologie autoimmuni caratterizzate da fasi di riacutizzazione e remissione, con sintomi che comprendono diarrea con sangue, dolori addominali e perdita di peso. Monitorare i livelli di calprotectina aiuta a prevedere eventuali ricadute e a valutare l’efficacia della terapia.
L’aumento della calprotectina può essere legato anche a infezioni batteriche intestinali, come quelle causate da Clostridium difficile, Salmonella o Campylobacter. In questi casi, il valore elevato è spesso transitorio e si normalizza con la risoluzione dell’infezione. Anche alcuni tumori intestinali possono determinare un incremento della calprotectina, sebbene non sia un marcatore specifico per il cancro.
Alcuni farmaci, come i FANS e gli inibitori della pompa protonica, possono causare irritazione della mucosa intestinale e un conseguente aumento della calprotectina. Questo aspetto va considerato nel contesto clinico generale per evitare falsi positivi e inutili preoccupazioni.
Differenze tra calprotectina fecale e altri marcatori infiammatori
La calprotectina fecale viene spesso confrontata con altri marcatori di infiammazione, come la proteina C-reattiva (PCR) e la VES (velocità di eritrosedimentazione). Mentre questi ultimi vengono misurati nel sangue e riflettono un’infiammazione sistemica, la calprotectina fecale è specifica per il tratto intestinale. Questo la rende particolarmente utile nella distinzione tra sindrome dell’intestino irritabile e patologie infiammatorie croniche, dove la PCR potrebbe risultare normale nonostante un’infiammazione intestinale attiva.
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