Un’aritmia cardiaca è un disturbo relativo al ritmo cardiaco che in alcuni casi si manifesta in forma lieve e in altri in forma più avanzata, tanto da poter essere percepito durante le tipiche attività della giornata.
Questa condizione patologica, la cui forma più nota è forse la fibrillazione atriale, può manifestarsi in tre tipologie principali, ovvero come un’accelerazione del battito (tachicardia), un rallentamento dello stesso (bradicardia) o un’irregolarità del ritmo cardiaco.
L’aritmia cardiaca può essere diagnosticata sia se il paziente avverte dei sintomi sia durante una normale visita di routine attraverso un elettrocardiogramma. Infatti, in molti casi l’aritmia cardiaca è asintomatica.
Quali sono le cause e le conseguenze dell’aritmia cardiaca?
Le cause dell’aritmia cardiaca possono dipendere da vari fattori.
In alcuni casi l’aritmia cardiaca può dipendere da patologie congenite che si manifestano dalla nascita.
Tra le cause più comuni dell’aritmia cardiaca, bisogna annoverare il fumo, l’abuso di bevande alcoliche o di sostanze eccitanti come la caffeina, nonché l’abuso di farmaci o droghe.
Da non sottovalutare sono anche le condizioni psicofisiche di un paziente come ad esempio lo stress, l’agitazione, l’irritabilità e la rabbia, che possono provocare un’alterazione del ritmo cardiaco con la conseguente comparsa di aritmia.
I soggetti più colpiti sono gli anziani, ma sono numerosi i fattori di rischio che possono favorire l’insorgere di un’aritmia cardiaca. Tra questi non si possono non menzionare diabete, sovrappeso, pressione alta, sindrome delle apnee notturne e vari disturbi che tendono a indebolire il cuore, come infarti, cardiomiopatia, insufficienza cardiaca.
La sintomatologia varia in base al tipo specifico di aritmia a cui è soggetto il paziente. Spesso questa condizione risulta asintomatica e viene diagnosticata accidentalmente nel corso di una visita di controllo. Altre volte, invece, il soggetto avverte delle palpitazioni, la sensazione di cuore in gola, affanno e altri sintomi legati alla compromissione della gittata cardiaca, diretta conseguenza del disturbo aritmico.
Una delle principali complicanze delle aritmie cardiache, infatti, è la riduzione del sangue in circolo nell’organismo, provocando affaticamento, dispnea, cali di pressione, insufficienza cardiaca.
Nei casi più gravi, l’aritmia cardiaca può portare a episodi di embolie periferiche o fenomeni ischemici.
Quali sono i trattamenti indicati per l’aritmia cardiaca?
L’aritmia cardiaca nella maggior parte dei casi non è pericolosa e non richiede trattamenti, tuttavia è fondamentale tenere la situazione sotto un costante controllo, per monitorarne gli sviluppi e l’insorgere di eventuali complicanze.
Essendo un disturbo che può manifestarsi sotto forma di varie entità, a seconda della gravità del problema lo specialista indicherà varie tipologie di trattamento, tra cui la terapia farmacologica, che in presenza di complicanze può anche essere seguita da interventi invasivi al fine alleviare e trattare definitivamente la sintomatologia.
Non sempre l’aritmia cardiaca richiede dei trattamenti o degli interventi specifici, ma nei casi più gravi possono essere prescritti dei farmaci antiaritmici, che devono essere abbinati a ulteriori medicinali per regolare e ripristinare il corretto ritmo cardiaco.
In alcuni casi è opportuno procedere all’impianto di pacemaker, per regolare il ritmo cardiaco, o di defibrillatori, per monitorare e tenere sotto controllo episodi di aritmia.
È fondamentale rivolgersi a un cardiologo professionista, che sappia individuare la causa del disturbo cardiaco e indicare il trattamento più idoneo al caso specifico.
Visita Cardiologica in Provincia di Lecce
Proprio perché il più delle volte l’aritmia non presenta alcun tipo di sintomo, risulta fondamentale, a partire dai 50 anni d’età, sottoporsi a visite di routine, per individuare tempestivamente eventuali disturbi cardiaci.
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