L’ablazione cardiaca è una tecnica endoscopica che viene messa in atto con l’intento di ripristinare il tessuto miocardico che provoca le aritmie cardiache.
Scopriamo di cosa si tratta e quando è utile sottoporsi all’ablazione cardiaca.
Che cos’è l’ablazione cardiaca
L’ablazione cardiaca è una tecnica particolarmente delicata che, se non viene eseguita correttamente, potrebbe portare a serie complicazioni. Tale metodo dipende molto dal tipo di aritmia da affrontare, lo stato di salute della persona e dalla procedura da utilizzare.
In molti casi i risultati sono ottimali, tuttavia una ridotta percentuale dei pazienti non risponde in maniera adeguata al trattamento.
Quando è utile l’ablazione cardiaca?
Durante il battito cardiaco, i segnali elettrici che regolarizzano la contrazione seguono un ritmo specifico, dunque qualsiasi tipologia di sospensione può compromettere il corretto battito cardiaco dando vita a un’aritmia.
In questo modo se vi sono delle cellule anomale si possono sviluppare battiti cardiaci accelerati, di conseguenza tale condizione diventa irregolare.
L’intervento può essere eseguito quando occorre trattare delle aritmie che si manifestano con disturbi invalidanti, per esempio quando i medicinali non aiutano ad alleviare i sintomi sia per scarsa efficacia sia a causa di effetti indesiderati che compromettono la qualità della vita.
Ablazione cardiaca: preparazione e durata
Per sottoporsi alla tecnica dell’ablazione cardiaca non occorre una particolare preparazione, tuttavia è fondamentale che il paziente adotti delle semplici accortezze come:
- stare a stomaco vuoto dalla sera prima dell’intervento;
- sospendere l’assunzione di medicinali antiaritmici.
In base all’entità della situazione, la durata dell’intervento può variare dalle 3 alle 6 ore. Al termine dell’operazione, il paziente deve rimanere in osservazione per circa un giorno prima di poter essere dimesso.
Anche la sedazione può variare da caso a caso e dipendere dalla tipologia di aritmia e dallo stato di salute generale del paziente. In alcune circostanze si può optare per una leggera sedazione oppure il paziente può essere addormentato attraverso l’anestesia generale.
L’ablazione cardiaca può arrecare alcuni dolori o fastidi in determinati momenti dell’intervento, tuttavia l’anestesia rende l’operazione ben tollerabile, permettendo al paziente di avere un controllo del dolore ottimale.
Durante l’intervento vengono monitorati costantemente i parametri vitali del paziente e qualora le circostanze dovessero peggiorare, lo specialista provvederà all’interruzione dell’operazione. In questi casi valuterà se effettuare in seguito un altro tentativo di intervento oppure se è il caso di optare per trattamenti terapeutici differenti.
In base alla sua condizione clinica, il paziente può essere dimesso nell’arco di 24 ore, ma sarà comunque indispensabile che abbia un accompagnatore. Il post-intervento può dare vita ad alcuni disturbi e sintomatologie quali:
- sensazione di spossatezza;
- debolezza;
- tachicardia;
- aritmia;
- dolore al petto.
Tali disturbi possono essere mantenuti sotto controllo mediante l’assunzione di farmaci. Dopodiché il paziente dovrà sottoporsi a delle visite di controllo nel periodo indicato sul foglio delle dimissioni.
È assolutamente raccomandato evitare di mettersi alla guida nelle 24 ore successive all’uscita dall’ospedale. Inoltre non devono essere assunte bevande alcoliche fino al giorno seguente all’intervento. L’attività sportiva deve essere evitata per qualche giorno cercando di stare a riposo.
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