Il diabete mellito (spesso indicato solo con il termine diabete) è una patologia che si manifesta in seguito a una mancanza di insulina compensata da un’elevata concentrazione di zuccheri nel sangue, nello specifico glucosio.
Le cause sono diverse, ma è utile sapere che la malattia è in crescita e in Italia interessa almeno 3,5 milioni di persone.
In genere si parla di diabete a livello generale, senza distinguere tra tipo 1 e tipo 2. Vediamo insieme le principali differenze.
Cos’è il diabete e quali conseguenze genera?
L’iperglicemia è la principale causa scatenante del diabete. L’eccesso di zuccheri nel sangue è provocato da una reazione dell’organismo per compensare una scarsa produzione di insulina da parte del pancreas. Infatti, è proprio questa sostanza che ha il compito di controllare i livelli zuccherini. Mancando tale azione, gli zuccheri tendono a prendere il sopravvento.
Esistono due categorie di diabete: se il primo tipo interessa una minima parte (non oltre il 5% dei malati totali), il secondo è quello più diffuso.
Le differenze sono nette e molto marcate sia per le conseguenze di vita del paziente, sia per le cure necessarie da apportare.
Il diabete è una patologia non sempre chiara nel suo manifestarsi, anche perché talvolta i sintomi sono sottovalutati dal paziente. Ecco perché è importante informarsi per riconoscere i campanelli d’allarme. Altrettanto importante è sottoporsi a controlli periodici, anche con semplici esami del sangue.
Nei soggetti colpiti da diabete si manifestano:
- eccessiva stanchezza,
- una maggiore propensione a bere con conseguente incremento di volume di urina (e quindi di frequenza dello stimolo),
- dolori all’altezza dell’addome di entità variabile,
- oscillazioni del peso.
A lungo andare, l’incremento di glucosio nel sangue può portare a diverse malattie che possono colpire anche l’apparato circolatorio e respiratorio, creando conseguenze sul funzionamento del cuore.
La diagnosi è abbastanza facile: sono sufficienti le analisi del sangue con individuazione della glicemia.
Il diabete di tipo 1
Il diabete di tipo 1 è una patologia autoimmune. Si manifesta in giovanissima età, a partire dai primissimi anni di vita fino al periodo dell’adolescenza, interessando poi tutta la vita della persona. In questo caso la malattia deriva da una completa mancanza di insulina a causa di anticorpi che distruggono le cellule buone di produzione dell’ormone, il quale non può essere prodotto.
Pur non essendoci certezze, si registra un importante tasso di ereditarietà della patologia, la quale, però, può pure essere dovuta a infezioni virali di ampia rilevanza avute durante l’infanzia.
Il diabete di tipo 2
Il diabete di tipo 2 è la forma più diffusa. Inizia ad apparire prevalentemente dopo il trentesimo anno di età. Il problema principale, in questo caso, è derivante da un malfunzionamento del metabolismo. Si registra una produzione di insulina eccessivamente bassa che non riesce a svolgere totalmente il suo compito. In questo caso gli zuccheri vengono prodotti in quantità superiori alla normalità e il tessuto muscolare non riesce a utilizzarli per smaltirli sotto forma di dispendio energetico. Ecco perché, per un diabetico di tipo 2, è importante svolgere costante attività fisica, possibilmente ogni giorno.
Anche in questo caso vi è il principio ereditario di trasmissione della malattia, ma una vita poco attiva, un regime alimentare poco attento alla limitazione di zuccheri e grassi e una scarsa attenzione al controllo del peso portano all’accentuazione della patologia, favorendone la propagazione.
Se il diabete mellito di tipo 1 si palesa in maniera abbastanza chiara a partire dal periodo infantile o comunque quando si è bambini, quello di tipo 2 può restare latente più a lungo prima della diagnosi.
Esiste la prevenzione diabetica?
Una domanda spesso ricorrente riguarda la prevenzione. È possibile conoscere preventivamente le cause e prevenire il loro manifestarsi all’interno delle persone?
Per quanto concerne il diabete mellito di tipo 1 risulta molto difficile fare opera di prevenzione. Attualmente la ricerca sta operando per provare interventi migliorativi già dalle primissime fasi dell’insorgere della patologia, ma di certo, finora, non c’è nulla di più. L’unica cura possibile è l’iniezione di insulina.
Più semplice, invece, è la prevenzione che interessa il diabete di tipo 2. In questo caso alla base deve esserci un’alimentazione curata, sana, ipocalorica e prevalentemente ipolipidica, ovvero con pochi grassi.
La limitazione di cibi e bevande zuccherine, poi, aiuta a migliorare ancor di più gli effetti di un regime alimentare dietetico e bilanciato.
Infine, l’attività fisica costante dovrebbe favorire lo smaltimento di eventuali calorie e zuccheri in eccesso, aiutando così sia il tessuto muscolare che l’apparato cardiocircolatorio.
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