La ritenzione urinaria è l’incapacità di svuotare completamente o in modo parziale la vescica, nonostante la presenza di uno stimolo minzionale che diventa sempre più impellente.
Spesso le cause della ritenzione urinaria possono dipendere da alterazioni dello sfintere uretrale oppure da un malfunzionamento del muscolo detrusore che provoca la comparsa del globo vescicale in cui si deposita un’elevata quantità di urina prodotta dai reni, oltre 2000 ml.
In caso di ritenzione urinaria acuta possono comparire sintomi improvvisi e persistenti come forte dolore e la conseguente difficoltà a svuotare la vescica anche quando è piena. Si tratta, invece, di ristagno vescicale e di ritenzione urinaria cronica quando il disturbo è asintomatico e non provoca particolari fastidi.
Quali sono le cause della ritenzione urinaria?
Le cause principali della ritenzione urinaria sono solitamente due e possono contraddistinguersi in ostruttive o non ostruttive. Nel primo caso, il problema può essere dovuto alla presenza di calcoli renali, per cui l’urina non riesce a fuoriuscire completamente. Le cause non ostruttive invece riguardano un indebolimento dei muscoli vescicali e un malfunzionamento dei nervi che compromettono i segnali tra la vescica e il cervello. Se la funzionalità dei nervi è scarsa, il cervello non riceve correttamente il segnale che la vescica è piena.
Le altre cause più comuni della ritenzione urinaria di tipo non ostruttivo sono:
- parto naturale
- lesioni o traumi alla zona pelvica
- ictus
- funzionalità muscolare compromessa dall’assunzione di farmaci o anestesie
- incidenti con lesione spinale.
La ritenzione urinaria di tipo ostruttivo può invece dipendere da:
- tumore
- ingrossamento della ghiandola prostatica
- calcoli renali o alla vescica.
Nei soggetti di sesso maschile la ritenzione urinaria può dipendere dall’ipertrofia prostatica benigna oppure dalla stenosi uretrale. Per donne invece, le cause possono essere la presenza di masse pelviche o utero retroverso.
Ad ogni modo, sia per le donne che per gli uomini la ritenzione urinaria può dipendere dalla presenza di tumori e di stenosi uretrali.
Anche fattori infettivi possono scatenare la ritenzione urinaria tra cui prostatiti acute di origine infettiva, malattie infettive trasmesse sessualmente e processi infiammatori dell’apparato urinario.
Quali sono gli altri fattori di rischio della ritenzione urinaria?
Ulteriori fattori di rischio della ritenzione urinaria sono l’assunzione di farmaci tra cui anestetici, FANS e antidepressivi, i quali possono compromettere l’interazione tra il cervello e il sistema nervoso andando a ridurre gli stimoli dell’uretra e della vescica. Tale fenomeno causa solitamente il disturbo sia di ritenzione urinaria sia di incontinenza urinaria.
In altri casi la ritenzione urinaria può dipendere da complicanze post operatorie, anestesie, traumi sulla zona dell’addome che coinvolgono la vescica e travagli di molte ore.
Diagnosi e intervento per la ritenzione urinaria
Al di là delle cause, la ritenzione urinaria viene diagnosticata quando il ristagno vescicale supera i 400 ml.
È possibile intervenire sul disturbo posizionando un catetere vescicale per monitorare la fuoriuscita di urina nell’arco della giornata oppure ricorrere a interventi urologici.
Effettuare una diagnosi precoce è fondamentale per stabilire la gravità del disturbo e intervenire in tempo onde evitare che il ristagno vescicale peggiori con conseguenti danni ai reni e alle vie urinarie. Un’ecografia pelvica consente di stabilire il volume dell’urina presente in vescica e prevenire eventuali problematiche nei soggetti predisposti a tale patologia.
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